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di Agnese MUSSATTI

La sentenza in epigrafe risolve un contrasto giurisprudenziale che da tempo si interroga sul grado di estensibilità del vincolo culturale alla dimensione immateriale del bene, identificata perlopiù in attività culturali commerciali ivi svolte o in c.d. espressioni di identità culturale collettiva. L’Adunanza Plenaria aderisce alla corrente esegetica tra queste più aperta, sancendo la legittimità della tutela dilatata alla c.d. destinazione d’uso in tutti i casi di idonea motivazione del provvedimento amministrativo di vincolo. Questo commento si soffermerà su due distinte questioni: da una parte, l’arricchimento dello strumento di tutela, ora più piena poiché estesa alle inscindibili componenti immateriali del bene; dall’altra, la plausibilità di una futura autonoma considerazione, a livello legislativo, di tali manifestazioni incorporee, che in maniera sostanziale determinano il giudizio di culturalità sulla cosa.

The judgement at issue settles a long-running judicial debate on the applicability of cultural constraints to the intangible dimension of cultural goods, most notably identified in embedded commercial cultural activities or so-called expressions of collective cultural identity. The Plenary Assembly adheres to the openest position, upholding the legitimacy of preservation measures extended to the use in all cases of adequate motivation of the administrative decision of constraint. This contribution will address two different issues: the enrichment of the protection instrument, which is now more complete as it includes intangible components intrinsic to the cultural good, and the possibility of future autonomous consideration, at a legislative level, of intangible manifestations that substantially determine the cultural value of the thing.

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URL: https://rivistagiustizia.it/articolo/il-vincolo-culturale-e-sull%E2%80%99immobile-ma-puo-tutelarne-anche-l%E2%80%99uso-tutto-cambia-affinche-nulla-cambi.aspx