Danila MAZZAMUTO
Vaccino anti-Sars-Cov-2 e brevettabilità tra esigenze etiche, di mercato e sviluppo
L’acceso dibattito sorto in merito alla brevettabilità del vaccino anti Covid-19, ha riportato alla luce numerose questioni attinenti l’ambito della brevettabilità delle innovazioni biotecnologiche. Infatti, lo sviluppo delle biotecnologie è l’ambito più importante dell’industria scientifica, della quale rappresenta il settore con il più forte impatto economico sul mercato interno e mondiale. Tale ambito di ricerca, però, sin da subito ha presentato talune criticità sia sotto il profilo etico che normativo, interessando una pluralità di diritti fondamentali e di interessi economici e di progresso, i quali necessariamente dovrebbero stare in equilibrio tra loro. Da ultimo ci si è interrogati circa il contemperamento tra i diritti fondamentali, quali il diritto alla salute e all’accesso alle cure, e la protezione della proprietà industriale, come strumento di sostentamento dell’ambito della ricerca e promozione scientifica. Un precedente tentativo di bilanciamento è stato esperito dal Legislatore europeo, attraverso l’emanazione di una Direttiva comunitaria 98/44/CE, con la quale si è tracciata una prima disciplina della materia brevettuale delle invenzioni biotecnologiche, prevedendo limiti alla brevettabilità. La proposta di eliminazione delle regole sulla brevettabilità per una fruizione libera creerebbe dei problemi sotto il profilo economico e dello sviluppo scientifico, assistendo ad un disincentivo del mercato e della ricerca. Tutto ciò si prefigura come una frammentazione nel mercato mondiale, il quale inevitabilmente - in assenza di regole- si dividerà tra potenze che perseguiranno un’ottica prettamente marketoriented, incentivando la brevettabilità di invenzioni biotecnologiche, e Stati che nel rispetto dei diritti fondamentali attueranno una disciplina più rigida, in un’ottica value-oriented.
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